Il giorno prima di partire per Domodossola per venire a trovare i miei genitori, ho scoperto sul web un nuovo concorso della Rigoni di Asiago, un’azienda che produce confetture senza utilizzare lo zucchero.
Non sono un’amante delle marmellate e, come la frutta, sostengo che debba essere mangiata con moderazione, perché contiene naturalmente un grossa quantità di zucchero e fruttosio che sommati a tutto il resto che assumiamo durante una giornata affatica il nostro fegato.
Ma le marmellate della Rigoni di Asiago sono quell’eccezione che conferma la regola.
Come in un qualsiasi tipo di dieta, ogni tanto fa bene concedersi uno sgarro, ma quando si tratta di questo prodotto sono comunque serena di aver fatto la scelta migliore, senza “compromettere” la mia scelta di stare lontana dagli zuccheri.
Come già vi ho raccontato quando vi ho presentato la mia ricetta torta di mele, ci sono pochissimi dolci che mi riportano indietro al passato e soprattutto al ricordo della mia cara nonna che ormai é mancata da un anno.
Tornare questo fine settimana dai miei genitori non é stato semplice. I nonni hanno sempre vissuto nella casa accanto ed é la prima volta, da quando anche il nonno non c’è più, che trascorro così tanto tempo dai miei.
Uscire in giardino senza vedere aprirsi la porta del balcone per vedere uno di loro a salutarmi fa un effetto molto strano. Se prima sapevo che non avrei più visto la nonna, ora fa strano pensare di non incontrare nemmeno il nonno, indaffarato a tagliare le castagne, raccogliere le nocciole o semplicemente sistemare foglie e fiori.
Appena sono arrivata qui ieri, ho chiesto alla mamma se mi poteva accompagnare nella loro casa a prendere uno stampo da torta che avevo in mente si trovasse in cucina dalla nonna.
Siamo entrate in quella che é ormai la casa della zia, che ora però é via. Il silenzio, nel vedere tutto ciò che non é mai mutato nel tempo, mi ha fatto una sensazione stranissima.
Avevo una sorta di rispetto reverenziale nell’aprire la credenza curandomi di non spostare ciò che la nonna aveva lasciato così e avrebbe voluto restasse così per sempre.
Mi aspettavo di sentire la televisione ad alto volume, con il nonno seduto sul divano a leggere il quotidiano. Invece, nessuno.
Per essere ottobre, ieri era una giornata stupenda. Le rose sono ancora in fiore e il giardino della mamma é ricco di colori. Ricordo che lo scorso anno, il nonno raccoglieva quegli ultimi boccioli per portarli sulla tomba della nonna.
Io ho tagliato alcune rose prendendo in prestito guanti e forbici nell’armadio degli utensili del nonno. Tutto é rimasto come quando ero bambina e andavo in cerca di tesori da utilizzare nelle mie creazioni fai da te. Le latte di biscotti piene di viti e guarnizioni, vecchie confezioni di caffè che neanche viene più prodotto riempite con resti di tubazioni, aggeggi di metallo, parti di impianti idraulici, che erano la materia preferita del nonno.
Ho chiuso tutto con gran velocità prima che mi partisse la lacrima facile. Quanto rumore fanno i ricordi?
So che purtroppo non sono l’unica a soffrire la loro mancanza. Io vivo a Brescia ora, a più di 2 ore di auto. Ho una mia vita, sono spesso via e quando sono a casa mi immagino quella casa piena di vita, nel loro scandire la routine quotidiana allo stesso modo, da che io ricordi nei miei 25 anni di vita.
Quando torno qui, mi accorgo che ormai si tratta solo di un film rimasto nella mia mente. È il corso della vita e sono cose che prima o poi si devono accettare.
Ma come mi sembra ieri di averli persi entrambi? Lo so, ora é tempo di fare in modo che la mia famiglia si ricomponga, che torni ad essere allegra e piena di vita, mettendoci del mio.
Oggi, per riportare nell’aria la loro presenza, ho promesso a mio papà che avrei preparato a lui e alla mamma, il dolce per eccellenza che la nonna aveva abitudine di preparare ormai quasi ogni venerdì, forse un po’ meno negli ultimi anni, ma quando ero bambina era davvero immancabile: la torta pane e latte.
Si tratta di un dolce tipico dell’Ossola, la valle in cui sono cresciuta. A seconda delle zone ne esistono diverse varianti: c’è chi la fa con pane raffermo, latte e uvetta, chi invece aggiunge il cacao, chi invece mette addirittura le uova.
La versione della mia nonna comprendeva il cacao amaro, poi a seconda degli avanzi che voleva riutilizzare, la farciva come meglio credeva.
Che brividi sentire il profumo di questa torta cuocere nel forno, pensando che oggi é venerdì.
Mi si stringe il cuore e vorrei che fossero qui entrambi per provare la mia versione.
Il concorso della Rigoni di Asiago sembra essere capitato a fagiolo. Si intitola “La cucina dei ricordi” e cosa meglio di questo dolce semplice e veloce appartiene a questa categoria?
È tutto un ricordo. Dal sapore, l’odore e persino il procedimento.
Ricordo quando un pomeriggio chiesi alla nonna di insegnarmi filo per segno come lei la preparasse, così che la ricetta non andasse perduta.
La ricordo spezzare il pane raffermo aiutandosi con il suo coltello da cucina, indossando il golfino beige e le pantofole invernali. Mi sembra di vederla andare a prendere la pila nel cassetto dell’armadio della sala, perché senza non vedeva il timer del suo forno.
Dopo che la torta era pronta, la lasciava raffreddare e la divideva a metà: una parte per lei, il nonno e la zia, l’altra per la mamma, il papà e me.
Se non ero io a portarla a casa, verso l’ora di cena il venerdì, si sentiva leggermente bussare sul vetro della finestra che sporge sulla strada e il nonno o la nonna apparivano con il piatto contenente la parte di torta che ci spettava.
Che strano non sentire più nessuno bussare a quella finestra.
Oggi vi presento la Torta Pane e Latte della Val d’Ossola.
A differenza della nonna ho usato del latte di soia, poiché nel frattempo sono diventata vegana. Ho usato la tortiera che ho cercato ieri, nella foto i fiori che ho raccolto dal suo giardino.
Una fetta di questa torta é per me un grandissimo ricordo ricco di amore. Se proverete a rifare la mia ricetta, spero che anche voi avvertirete il più dolce calore e l’affetto che io abbia mai ricevuto.
TORTA PANE E LATTE CON MARMELLATA FIORDIFRUTTA MIRTILLI NERI DI BOSCO
Ingredienti:
300 gr di pane raffermo
600 ml di latte di soia
90 gr di cacao amaro
150 gr di marmellata Fiordifrutta ai mirtilli neri di bosco
cacao amaro per decorare
Procedimento:
1 – la sera prima, in una terrina mettiamo dei tocchetti di pane raffermo e copriamoli con del latte di soia. Usiamo una forchetta per schiacciare bene i pezzi di pane e fare in modo che assorbano il latte e diventino più morbidi. Copriamo con un coperchio la terrina e lasciamo riposare in frigo tutta la notte (NB. a seconda del tipo di pane e quanto é raffermo, potrebbe essere necessario aggiungere più latte per riuscire ad ammorbidirlo tutto);
2 – il giorno seguente riprendiamo la nostra terrina e schiacciamo con una forchetta il pane per rompere definitivamente i tocchetti. Lavoriamo per qualche minuto fino a quando non avremo ottenuto una poltiglia omogenea;
3 – aggiungiamo il cacao amaro e continuiamo a schiacciare e mescolare con l a forchetta cercando di unire il tutto al pane;
4 – infine versiamo la marmellata e aiutandoci con un cucchiaio cerchiamo di amalgamare il tutto. La marmellata non dovrà essere distribuita in modo omogeneo, quindi giriamo con il cucchiaio solo per pochi istanti;
5 – prendiamo lo stampo da torta che preferiamo (io ho usato lo stampo da bundt cake della bisnonna). Ungiamolo bene con dell’olio e cospargiamo con della farina per fare in modo che la torta esca bene dallo stampo a fine cottura;
6 – inforniamo a forno statico ben riscaldato per 50 minuti a 180° gradi;
7 – terminata la cottura lasciamo raffreddare bene la torta prima di estrarla dallo stampo, poi sviliamola mettendola a testa in giù su un piatto. Decorate spolverando con del cacao amaro e con dei mirtilli di bosco freschi.
Un pensiero riguardo “La cucina dei ricordi – Torta di pane con marmellata Fiordifrutta ai mirtilli neri di bosco”