Siamo ormai verso la fine del mese di marzo e dall’inizio dell’anno molte cose sono successe e tante sono cambiate.
Con la fine del 2016 ho ripreso in mano le redini della mia esistenza e fatto scelte che hanno letteralmente portato il mio stile di vita su un piano completamente diverso!
Ci sono stati momenti in cui ho avuto immancabilmente paura, perché in fondo Lei é parte immancabile dell’indole dell’essere umano, ma non per questo deve avere la forza di vincere!
La paura é infatti una condizione umana di cui non ci dobbiamo scordare. Dobbiamo solo avere l’abilità di saperla osservare come se fossimo spettatori estranei alla questione.
Mi rendo conto che non sia semplice e che per arrivare ad adottare un’ottica simile ci vuole una padronanza incredibile delle proprie emozioni e una conoscenza profonda di sé stessi fuori dal normale, ma come si scopre questo meccanismo ci si rende conto di quelle nostre capacità che prima erano sempre rimaste in ombra.
Ci sono due tipi di paure: una paura buona e una cattiva.
Iniziamo da quella cattiva, quella che tutti conosciamo. Quella che ci impedisce di andare oltre i nostri limiti, di vedere al di là del nostro naso, di osare e di provare. Ci rende partecipi, ancora prima del tempo, di un disagio che temiamo di ingigantire se asseconderemo un’idea di cui non abbiamo certezze. Ma in fondo, di cosa possiamo essere certi nella vita? Quale dovrebbe essere la paura più grande di un uomo se non quella di aver vissuto di rimpianti o ancora di arrivare al capolinea insoddisfatto della propria esistenza? Questa è la paura di cui ci dobbiamo sbarazzare.
La paura buona é quella che ci difende, quella che ci fa mantenere vigili e attenti e che ci ricorda che non siamo immortali. Forse é persino sbagliato chiamarla paura. Il termine più corretto dovrebbe essere “timore reverenziale”. È una sensazione che non ci ostacola nel corso delle nostre scelte normali, ma che ci mette in guardia dai possibili pericoli in cui potremmo incappare e a volte é in grado di aiutarci ad avetarli.
Detto ciò, questo è un blog di cucina e non di massime filosofiche, ma ci tenevo a condividere questo pensiero. Italy Quit Sugar é nato tra la fine di novembre e gli inizi di dicembre 2016. In quel periodo ho dato le dimissioni dal mio precedente posto di lavoro che per 5 anni mi ha garantito un’entrata sicura e la possibilità di tenere un tenore di vita ottimo. È stata una decisione difficile perché temevo quello che sarebbe potuto arrivare dopo, ma il risultato é stato soltanto che ora sono davvero FELICE.
Faccio il lavoro dei miei sogni e ho il tempo giusto da dedicare ad un’altra mia grande passione oltre le gare moto: la cucina. Il mio sogno nel cassetto é quello di poter trasformare anche quest’ultima passione in un lavoro e questo blog, insieme ad Instagram (@italyquitsugar) sul quale sto investendo molte energie, spero di poter fare un passo avanti.
La concorrenza é tanta, é spietata! Ma non mi arrenderò 😉
Sono fiduciosa di poter raggiungere il mio scopo, perché finora tutto ciò per cui ho lottato, l’ho ottenuto nel lavoro, così come nella vita privata.
Da febbraio convivo con il mio ragazzo in un bellissimo appartamento nel centro di Brescia. Cucina semplice e piccolina dove però ho la libertà di sbizzarirmi con piatti della cucina vegana e con ricette senza zucchero ispirandomi ai libri di Sarah Wilson.
Pensate la fortuna che ho avuto di incontrare nella mia vita un uomo che ha le mie stessa passioni, che viaggia per il mondo insieme a me durante le trasferte del mondiale e che soprattutto apprezza e condivide la mia scelta di vita “cruelty free”.
Non c’é nulla di più bello la mattina se non aprire gli occhi e vederlo accanto a me, andare in cucina, apparecchiare con una bella colazione “homemade” accompagnata da una tazzina di caffé fumante.
Anche questa mattina abbiamo iniziato la giornata in questo modo (anche se un po’ a rilento visto il cattivo tempo).
Ieri siamo stati a casa di suo papà che ha un incredibile pianta di limoni in un enorme vaso di plastica. È altissima e produce tantissimi frutti.
Durante la stagione invernale viene coperta e portata al riparto in un portico, poi con la primavera torna all’aperto in giardino. Spostarla é davvero un’impresa!
Ieri abbiamo compiuto l’operazione e alcuni limoni sono caduti perciò li abbiamo raccolti promettendoci di farne buon uso. Essendo naturali hanno un profumo davvero incredile e un sapore quasi dolce che farebbe venir voglia di mangiarli così!
Ieri sera ho deciso che avrei preparato un soffice plumcake per la colazione di questa mattina.
Purtroppo non sono riuscita a farlo lievitare come avrei sperato e credo che la colpa sia in parte da attribuire allo stampino troppo grande.
Infornato per ben 45 minuti, durante la cottura la casa si é riempita di un profumo inebriante che ci ha accompagnati fino al nostro risveglio stamattina!
Mi piace l’idea di poter iniziare la giornata con un dolce
senza zucchero
senza uova
senza burro
senza derivati animali
sano
vegano
biologico
e oltrettutto la preparazione richiede pochissimi minuti!
VEGAN PLUMCAKE LIMONE E SEMI DI PAPAVERO
Ingredienti:
200 gr farina di farro
50 gr fecola di patate
25 gr stevia
20 gr malto di riso
12 gr cremor tartaro
60 gr olio di mais
125 ml latte di soia
1 vasetto di yogurt di soia al naturale
succo e scorza di 1 limone non trattato
1 cucchiaino di aceto di mele
1 pizzico di sale
semi di papavero
Procedimento:
0 – Preriscaldate il forno a 180° sulla modalità di cottura “forno statico”.
1 – In un recipiente ponete tutti gli ingredienti secchi (farina di farro, fecola di patate, stevia, cremor tartaro, sale e semi di papavero) e mescolateli con un cucchiaio.
2 – Aggiungete il latte di soia e l’olio di mais mescolando per non formare grumi e aggiungete poi malto di riso e il vasetto di yogurt.
3 – Ora aggiungete anche il cucchiaino di aceto di mele, il succo del limone e la sua scorza. Fate attenzione a non grattuggiare anche la parte bianca della buccia che potrebbe risultare amara.
4 – Prendete uno stampo da plumcake e spalmate dell’olio di cocco per facilitarvi nel togliere il vostro dolce dopo la cottura.
5 – Infornate per 45 minuti e aspettate che sia completamente freddo prima di toglierlo dallo stampo.